Karategi o kimono da karate?

Karategi o kimono da karate?

Qual è il nome più corretto per definire l’indumento, ovvero l’abito da allenamento che usiamo ogni volta che entriamo nel dojo? Sono sicuro che la maggior parte di voi lo sa, altri lo possono intuire dal titolo del blog… e per tutti gli altri facciamo un po’ di chiarezza. È sicuramente molto più facile che abbiate sentito parlare di kimono da karate, perché è una parola semplicemente molto famigliare che si ritrova in molti discorsi associati al Giappone. q_02Ma dobbiamo qui ricordarlo che la corretta definizione di kimono è: “Indumento tradizionale giapponese costituito da una specie di lunga tunica incrociata davanti, con maniche molto larghe, stretta in vita da una fascia allacciata dietro” inoltre ( 着物 letteralmente cosa da indossare quindi abito) è un indumento tradizionale giapponese nonché il costume nazionale giapponese. In italiano è largamente usata anche la grafia adattata “chimono”. In origine il termine “kimono” veniva usato infatti per ogni tipo di abito; in seguito è passato ad indicare specificamente l’abito lungo portato ancor oggi da persone di entrambi i sessi e di tutte le età. Il kimono è molto simile agli abiti in uso durante la dinastia cinese Tang. Ad ogni modo, da tutto questo si capisce che non possiamo disapprovare completamente chi dice kimono da karate, più che altro potremmo dire che è un termine troppo generico che può essere frainteso con un abito da cerimonia e non certo adatto ad allenarsi e sudare in un dojo. Il termine più spedifico è KeikoGi o meglio ancora KarateGi. keikogiKeikogi o dogi (稽古着 o 稽古衣) è un’uniforme per l’allenamento utilizzata nelle arti marziali giapponesi, il budō. Il termine significa “uniforme di allenamento” da keiko, “pratica”, e gi, “vestito”. Gi è un termine complesso con più significati (come scrivo qui), perciò il tutto si potrebbe tradurre con abito che è nostro dovere indossare per poterci allenare nel luogo che conduce alla via. Spesso “keiko” viene sostituito con il nome dell’arte marziale specifica, nel nostro caso Karate-Gi.

7196445224_8f6ae09890_kL’utilizzo di una divisa uguale per tutti i praticanti, fu imposto dal Dai Nippon Butokukai (organo ufficiale giapponese che controllava tutte le scuole di arti marziali) che la pose come una delle condizioni che avrebbero permesso alla nuova arte giunta da Okinawa, di essere accettata tra quelle giapponesi.Prima di allora, infatti, ci si allenava con quello che si aveva addosso, il che era inaccettabile per l’ordinata mentalità nipponica, specie se applicata alle arti marziali, che seguivano il modello organizzativo militare. Detto questo, consideriamo che il karategi è più che una divisa da indossare durante l’allenamento. Esso è un compagno di percorso che si lega a noi assecondando i nostri sforzi, le difficoltà, le paure, il dolore… Per me è diverso fare karate con abiti normali, seppur comodi, sento che manca qualcosa, una componente che è entrata a far parte della presa di coscienza e del rispetto mutuato dalla tradizione del budo e non dal fitness o dallo sport.

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