TENDENZA Sofuoğlu

TENDENZA SOFUOĞLU – Intervista al campione  europeo under 21 di Kata Ali Sofuoğlu ai recenti europei di Lisbona

di Caterina Marmo

Il futuro del karate europeo e mondiale, disciplina del kata, passa sicuramente anche attraverso i gesti eleganti e la serenità olimpica di un ragazzo di Istanbul di soli 18 anni, cintura  nera, 2° Dan, alfiere dello stile Shotokan.  Qualcuno vedendolo lo ha paragonato al campionissimo Luca Valdesi,  di cui si cerca, ancora invano, l’erede. La candidatura di Ali Sofuoğlu al momento è probabilmente la più forte. Oltre alla sua innegabile classe, impressionano i risultati che ha già raggiunto: primo agli europei di Lisbona dello scorso febbraio, fra gli under 21; oro con la squadra, e argento nell’individuale nell’edizione immediatamente precedente; secondo al mondiale malese del 2011, battuto dal solito giapponese di turno; una lunga serie di piazzamenti e podi  a livello continentale.karadeniz-ve-hazar-denizi-ulkeleri-sampiyonasi_367

Non si vive di solo karate, anche quando si è decisamente bravi; infatti Ali studia all’Università della Marmara, Dipartimento di Educazione Fisica, fa anche l’istruttore, e nel tempo libero ascolta molta musica. Cerchiamo di sapere qualcosa di più su di lui; la sua storia personale e le sue considerazioni possono essere una valida ispirazione pure per i karateka nostrani…

Il karate, come sei arrivato a praticarlo?  Qualcuno ti ha indirizzato e incoraggiato nel seguire questa via? Ti piacciono anche altri sport, li hai provati?

“Ho iniziato a 7 anni, perché il mio fratello maggiore faceva già  karate; naturalmente, non mi piace soltanto il karate. Ancora oggi  sto cercando qualcosa di diverso. Quando ero più giovane ho giocato a calcio. Ma mi sono accorto che gli sport di squadra non fanno per me…” Da un leader naturale, come è Ali Sofuoğlu, ci si poteva aspettare una risposta diversa?

Perchè il kata e non il kumite, che in Turchia ha grandissima tradizione?

“È dipeso tutto dal mio fratello più grande, che ha scelto il kata. Mi è piaciuto quel modo di praticare. Penso sia più adatto al mio stato d’animo, al mio carattere.” Da notare che tra i Sofuoglu ci sono parecchi karateka di valore attualmente, oltre a uno specialista del Taekwondo.

Il tuo kata preferito, o quello che ti riesce meglio, qual è?

“Il mio kata preferito è il Kanku Sho. È anche il mio migliore.”

Hai incontrato difficoltà nella pratica? C’è stato qualche sacrificio da parte tua, qualche rinuncia per poter continuare a livello agonistico?

“Non ho avuto problemi particolari; questo sport però non può essere praticato senza il sostegno della famiglia in Turchia, e io ho trovato questo supporto. Devo molto ai miei genitori e i miei allenatori .”
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Che differenza vedi tra le gare individuali, e quelle in squadra?

“Gareggiare nell’individuale è più facile, secondo me, ma dà più esperienza. In team, la terza persona è molto difficile da sincronizzare.”

Qualche rimpianto, legato al karate, nonostante i numerosi successi che hai ottenuto?

“Ebbene sì, in particolare per un torneo;  avrei potuto vincere la finale del campionato europeo giovanile assoluto, fra gli juniores,  nel 2013 a  Konya  – a casa sua, purtroppo per lui, Ndr –  ma ho perso l’occasione per un errore banale. Spero di sperimentare ancora questo tipo di rammarico.” – Evidentemente per Ali i rimpianti sono uno stimolo a far sempre meglio, non una fonte di tormento continuo e inconcludente.

Hai qualche superstizione, usi qualche oggetto porta-fortuna durante le competizioni?

“No, non sono assolutamente superstizioso; ma le persone che mi faranno sentire meglio con me stesso, mi aiuteranno a essere forte.”

Chi consideri i tuoi modelli, i tuoi miti, gli esempi da imitare? A chi, potendo, ruberesti qualcosa?

“A Luca Valdesi, naturalmente! Certo, assieme a lui sono un esempio per me tutti i grandi campioni del karate. L’ho osservato, cercando di imitarlo, è davvero un privilegio lavorare con lui. Gli atleti italiani del kata sono molto fortunati, da questo punto di vista, ad averlo tra loro.” Ovviamente, anche ora che Valdesi ha appeso il karate-gi al chiodo, per diventare insegnante e consulente free lance, oltre che dirigente accompagnatore della nazionale azzurra.Sofuoğlu 001

In conclusione: quale ritieni sia la qualità necessaria per emergere nel karate, soprattutto nel kata?

“Penso che si debba lavorare duramente, per essere perfetti. Gli atleti di vero talento non devono avere paura; quelli che dovrebbero aver paura, sono quelli a cui serve tenersi allenati ogni giorno.”

 CATERINA MARMO

Nota: le immagini sono di dominio pubblico, tratte da Internet, prevalentemente dal sito karatesofuoglu.com, con l’autorizzazione del diretto interessato.

Questo articolo è originariamente pubblicato su Karate Do n° 34 – aprile/maggio/giugno.

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