Che cosa significa il termine “Sensei”?

Che cosa significa il termine “Sensei”?

Sappiamo tutti che il termine “Sensei” è tradotto come “maestro” o “insegnante”. Questa traduzione è abbastanza corretta, ma cerchiamo di approfondire solo un po’ la cosa, quindi ho intenzione di condividere la mia comprensione del termine “Sensei” con voi. Spero che ciò vi aiuterà nella valutazione, o nella ricerca di un maestro.

Oltre a indicare i docenti scolastici, viene adoperato anche all’interno della scuole buddhiste, delle arti e tecniche tradizionali, dove il “maestro” non viene visto come semplice insegnante di nozioni, ma anche come un individuo dotato di autorità ed esperienza, ovvero un “maestro di vita”.10006915_1493745084170683_2221649060490527331_n

Consideriamo in primo luogo come si scrive “Sensei”: (先生), questo ci aiuta a comprendere meglio questo concetto. Il primo carattere “先” come nella parola “senpai” significa “avanzato”, “progredito”, “vecchio”, “primo”, ecc. Ma che dire di “生”? Questo significa “nascita” o “vita”. Quindi letteralmente significa che qualcuno è nato in precedenza. In altre parole, significa che si tratta di una persona più anziana di te, ma non dice nulla circa l’età o le capacità di questa persona. Interessante, non è vero? Il punto di vista giapponese, dunque, è che dobbiamo imparare da quelli che sono più vecchi di noi, dal momento che presumibilmente hanno più esperienza e quindi sono più saggi. Questo punto di vista non dovrebbe essere troppo sorprendente quando si considera l’idea giapponese del concetto di tempo e di ciò che significa anzianità.

La domanda però viene spontanea, se ho 50 anni e il mio sensei 25, esattamente la metà, come può essere il mio maestro? Ma la risposta è abbastanza semplice. In un dojo la differenza d’età non conta e la priorità temporale dipende fondamentalmente da quando si è iniziato con il karate. Se questo Sensei è abbastanza maturo per essere rispettato ed è in grado di guidarvi in ​​un percorso di vita, è ancora meglio.

Poi se chi vi insegna è “solo” 2° Dan non è per forza peggio di un 4° Dan (che di norma dovrebbe avere maggiore esperienza). Egli è il vostro sensei. Chi ci sta di fronte in un’aula e la dirige, è considerato come un insegnante, indipendentemente dal suo grado. Se questo è qualificato per insegnare (da un certificato di federazione o altro), o no, è un’altra questione. Una licenza per insegnare non trasforma subito in un buon sensei. Ci sono 2° Dan cinquantenni che per la loro formazione e la loro esperienza di insegnamento potrebbero superare quella di un giovane 4° Dan. (per esperienza conosco 5° o 6° Dan poco preparati a trasmettere un qualche insegnamento valido). Il punto chiave è che l’insegnante sia abbastanza entusiasta di condividere la conoscenza e le abilità che possiede. Se si può imparare qualcosa da lui, allora è il vostro sensei. Se ci si rende conto di non apprendere quasi nulla da lui, allora si può sempre lasciare il dojo e cercare un’altro sensei… (è abbastanza ovvio).7942068_orig

In conclusione, Musashi diversi secoli fa disse che per lui tutti, tranne se stesso, sono insegnanti. Seguendo questa idea i nostri insegnanti sono chiunque si presenta nella nostra vita, sia che esercitino un’arte marziale, oppure no. Dobbiamo catturare qualcosa da ogni persona e da tutte le esperienze di vita perché servono unicamente per imparare.

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